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CAOS CASO COSA

Racconti dell’entropia

Entropia” indica un processo in atto di trasformazione, e, in termini scientifici generali, il grado di disordine di un sistema. I sistemi (dalla materia alla società) hanno una tendenza naturale all’entropia, quindi al disordine e al caos, l’uomo si ostina a contrastare questo processo cercando di far prevalere l’ordine con la razionalità del pensiero, l’organizzazione della società, l’ostinazione della volontà, la progettazione del futuro o la fede in un disegno divino. In questa prospettiva, la storia dell’umanità potrebbe essere raccontata e letta come un conflitto costante, o un rimescolamento, tra Caos, Caso e Cosa. Curiosamente nella lingua italiana queste tre parole fondamentali sono anagrammi composti dalle stesse quattro lettere, e ne rivelano così, forse involontariamente, l’essenza comune. Di qui la scelta del titolo che unisce cinque racconti: Terremutanti, Facciamola finita, Casa dolce casa, Il telefono invisibile, Welcome to Bangkok. Sono cinque racconti scritti dall’autore in tempi diversi (e altri se ne potrebbero aggiungere in un work in progress a episodi), ma concepiti all’interno di un progetto comune, o meglio, di una medesima visione “entropica” dell’esperienza, con uno stile che intreccia realismo paradossale e visionarietà. Narrati in prima persona, al tempo presente, sono ambientati in un’indefinita città distrutta dal terremoto (il riferimento implicito è il devastante terremoto della capitale abruzzese, L’Aquila), a Roma, nella provincia torinese, su un treno, e a Bangkok. Il personaggio protagonista, sempre maschile, non è sempre lo stesso, ma presenta alcuni tratti simili: un professore in pensione, un professore precario ultracinquantenne, un commerciante quarantenne padre separato di due figli, un pendolare, uno storico dell’arte asiatica.